Quote di genere, incontro Italia-Cile alla Camera. Creato intergruppo per tingere di rosa le politiche future

in Parlamento


camera incontro

Donne e politica, “gioie e dolori” si potrebbe dire. In ogni caso il tema delle pari opportunità è sempre caldo nel nostro Paese e occasioni come quella di oggi alla Camera, di confronto con il Cile, sono preziose per mettere le proprie esperienze a confronto e individuare le best practices del mondo. L’incontro con la ministra per le pari opportunità cilena, Claudia Pascal, è stato organizzato dal neonato intergruppo parlamentare per le donne che accoglie 80 deputate che intendono “tingere di rosa le politiche dei prossimi anni“.

La fotografia del nostro Paese in termini di quote di genere non è malaccio, ma non ne è del tutto soddisfatta Maria Pia Locatelli (gruppo Misto) che ricorda come il nostro Parlamento sia passato dall’11% al 31% di presenze femminili tra gli scranni e come le donne occupino il 40% dei posti di governo. “Manca un ministro per le pari opportunità” ha sottolineato Locatelli, ma in questi due anni è stato fatto molto: la ratifica della convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, diverse risoluzioni approvate sul tema, una legge contro il femminicidio e un piano contro la violenza che punta alla protezione, punizione e prevenzione per l’altra metà del cielo. Per Maria Spadoni (M5S) bisogna lottare contro lo stereotipo di genere e lavorare per un cambiamento culturale: “Non voglio ringraziare un segretario di partito perché mi ha messo in una lista elettorale“, ha chiarito la pentastellata convinta che – come avvenuto nel Movimento 5 stelle – i cittadini scelgono anche le donne se viene dato loro il giusto spazio.

In Parlamento ci sono molte “donne giovani e brave”, ha ricordato la vicepresidente della Camera Marina Sereni (Pd), anche “grazie al Partito democratico“, ha aggiunto Chiara Gribaudo, giovane dem. “La mancanza di un ministro per le pari opportunità è un tema, ma non è il tema”, ha precisato: “Dobbiamo ragionare sulle politiche“. Per questo motivo ricorda quanto fatto finora dal Partito democratico in materia di lavoro, anche grazie al Jobs Act, per difendere il diritto alla maternità, lottare contro le dimissioni in bianco – con un’operazione definita “generazionale e trasversale” – per i congedi per le donne vittime di violenza. “Mancano misure per le lavoratrici autonome”, ecco perché – ha affermato in chiusura Gribaudo – “attendiamo con ansia il collegato alla legge di stabilità che affronterà questo argomento”.

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