Autonomi, governo stabilizza DIS-COLL. Nuove misure per studi professionali e neomamme

in Parlamento


Lavoro

Stabilizzata ed estesa ai ricercatori l’indennità di disoccupazione per i contratti di collaborazione (co.co.co). Con due emendamenti approvati ieri in commissione Lavoro della Camera al ddl sul lavoro autonomo e agile il governo d’accordo col relatore e presidente del gruppo Cesare Damiano (Pd) interviene sugli ammortizzatori sociali“La maggioranza prosegue il lavoro di estensione dello welfare a tutte le forme di lavoro. Anche la ricerca è lavoro, e come tale deve essere tutelata” ha commentato la vice capogruppo dem Chiara GribaudoLa commissione ha terminato ieri la votazione delle proposte emendative e domani, giovedì 2 marzo, darà mandato a Damiano (Pd) affinché riferisca favorevolmente sul testo in Aula, probabilmente la prossima settimana.

Le modifiche approvate intervengono in materia di atti pubblici e protezione sociale delle professioni ordinistiche e sulla semplificazione normativa riguardo salute e sicurezza degli studi professionali; si istituisce un tavolo sul lavoro autonomo, presso il ministero del Lavoro con il compito di formulare proposte e indirizzi operativi su modelli previdenziali, di welfare e sulla formazione professionale; nel testo si prevede inoltre la “possibilità di sostituzione” in caso di maternità con altri lavoratori autonomi di fiducia delle neomamme e in possesso dei necessari requisiti professionali (anziché dai familiari) “nonché dei soci, anche attraverso il riconoscimento di forme di compresenza“.

Per quanto riguarda la DIS-COLL, si stabilizza ed estende ai ricercatori l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (prorogata al primo luglio 2017 dal decreto milleproroghe). Per coloro che hanno diritto alla DIS-COLL è dovuta una aliquota contributiva pari allo 0,51 per cento. L’esecutivo è inoltre delegato ad adottare (entro 12 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento) uno o più dlgs per prevedere un aumento dell’aliquota aggiuntiva in misura non superiore a 0,5 punti percentuali (rispettando due criteri e principi direttivi: riduzione dei requisiti d’accesso alle prestazioni di maternità e modifica dell’indennità di malattia). I

Dopo il via libera da Montecitorio il provvedimento dovrà tornare a palazzo Madama per l’approvazione definitiva.

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