Alitalia, Delrio: nazionalizzazione irragionevole. Commissari al lavoro per bozza piano industriale

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Il governo non crede che la strada sia quella della nazionalizzazione, né di fare entrare Ferrovie dello Stato nel capitale“. Questa la posizione dell’esecutivo sulla crisi di Alitalia, espressa dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio intervenuto sul tema nel pomeriggio di oggi, presso la commissione Lavori pubblici del Senato. Mi sembra irragionevole, ha spiegato il ministro, “impegnare FS”, principale azienda di investimento nel nostro Paese “ad occuparsi del trasporto aereo, data la complessità del settore”, senza contare che in questo caso sorgerebbero “grossi problemi di antitrust“. Altrettanto impensabile che “lo Stato si metta a fare l’operatore aereo”.  Quanto all’ipotesi di fallimento, “è difficile far fallire una compagnia che detiene il 42% del mercato nazionale, significa perdere moltissime connessioni“, laddove proprio la connettività aerea rappresenta “uno dei principali vettori di sviluppo economico dei territori”.
 Delrio ha provveduto a far luce sulle motivazioni alla base del crollo della società, “una crisi specifica di un’azienda che ha semplicemente sbagliato le strategie aziendali o che non ha messo in pratica quelle annunciate“; tutte le altre compagnie concorrenti negli ultimi dieci anni sono state caratterizzate da una forte espansione, “Alitalia è l’unica ad aver avuto una contrazione“.  La società negli ultimi anni ha ridotto la flotta e svenduto “gli slot più redditizi”, e se è vero che le compagnie low cost “sono penetrate nel mercato italiano”, si tratta di un fenomeno che riguarda tutti i Paesi europei, con la differenza che “Alitalia non riesce a coprire gli spazi di mercato“. Più precisamente, la compagnia ha problemi dovuti a “costi per approvvigionamenti di carburante, contratti di leasing molto onerosi, e una flotta non moderna” con capacità di carico non paragonabili ad altre compagnie. Secondo il ministro, la vera causa della crisi risiede nel “mancato aumento dei ricavi“, inoltre dal 2009 l’offerta si è concentrata sul traffico interno, spostandosi sempre più dalle rotte di lungo raggio “che hanno un ricavo medio molto superiore”. Il problema “è che non ci sia offerta, non che manchi la domanda“; il turismo italiano dai Paesi esteri ha molte potenzialità, ma Alitalia non ha aerei adatti.
L’impegno del governo, ha chiarito Delrio è di “mantenere gli investimenti, e di non frazionare Alitalia“, per mantenere l’unitarietà industriale. I commissari “stanno già rinegoziando” i contratti di leasing e carburante, mentre il cronoprogramma prevede in una prima fase la presentazione – “da mercoledì” – delle manifestazioni di interesse, per poi passare all’analisi e alla “selezione dei soggetti interessati entro giugno”. L’idea è di ottenere entro metà agosto le proposte non vincolanti, e per settembre quelle vincolanti, “sei mesi che consentono al finanziamento di 600 milioni che abbiamo erogato di essere adeguato”. I tre commissari stanno già ragionando su “una bozza di piano industriale“; la posizione del governo è quella di cercare di garantire i diritti degli utenti, “e avviare un risanamento degli asset fondamentali”.

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