Influencer: l’Inps pubblica le regole per il versamento dei contributi
in FiscoInfluencer, youtuber, streamer, podcaster e gamer potranno accedere alla pensione: una circolare dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) stabilisce i principi per inquadrare le diverse professioni dei cosiddetti content creator dal punto di vista previdenziale e contributivo.
L’obiettivo della circolare – fa sapere l’Inps – è quello di adattare la normativa alle esigenze delle professioni legate all’economia digitale, che spesso sfuggono a schemi consolidati. Vengono quindi descritte le caratteristiche dell’attività di creazione di contenuti, le diverse modalità di svolgimento e remunerazione e i vari rapporti di lavoro che possono nascere tra i creator, le aziende e le agenzie intermediarie.
In particolare, se un professionista svolge un lavoro che dipende principalmente dall’uso di strumenti di produzione, come nel caso della vendita di video o della gestione di banner pubblicitari, si tratta di un’attività economica che rientra nel settore commerciale/terziario. In questo caso, è obbligato a registrarsi come impresa presso la Camera di Commercio Industria artigianato e agricoltura (CCIAA). Non esistendo una specifica categoria di imposta sul reddito per le attività esercitate dai content creator che consenta di definire il trattamento fiscale da applicare, l’Inps ha stabilito che i compensi percepiti dai professionisti non in forma di impresa devono rientrare nella categoria dei redditi di lavoro autonomo, dunque se questo viene svolto in maniera abituale oppure se i compensi percepiti superano i 5mila euro l’anno.
Mentre qualora l’attività svolta dai creatori digitali presenti caratteristiche assimilabili alle prestazioni artistiche, culturali e di intrattenimento, questi hanno l’obbligo di aderire al Fondo pensioni per i lavoratori dello spettacolo (FPLS), anche nel caso in cui l’attività sia svolta con fini commerciali, promozionali o informativi.