Pagamenti elettronici, Calenda risponde a Squeri (FI): maggiore diffusione consente abbassamento commissioni e giustifica sanzioni

in Governo, Parlamento


Le commissioni bancarie “potrebbero ridursi” a fronte di una maggiore diffusione dei POS, “giustificando ogni iniziativa anche di tipo sanzionatorio“, per la diffusione di questi strumenti “ancora parzialmente usati in Italia” rispetto alla media nell’area euro. Così il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda oggi in Aula alla Camera in risposta ad una interrogazione di Luca Squeri (FI).

Il rappresentante del governo non chiarisce se nella prossima legge di bilancio saranno inserite norme sulle sanzioni per gli esercenti che non accettano pagamenti anche di piccolo importo tramite carte di debito e di credito. Calenda ha evidenziato negli ultimi anni una crescita dei volumi di operazioni, “in linea con gli obiettivi perseguiti dai più recenti provvedimenti normativi” che puntano ad accrescere l’uso di strumenti di pagamento elettronici come ad esempio lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva PSD2 e adeguamento delle disposizioni interne al regolamento UE n. 751/2015 (ora all’attenzione delle commissioni parlamentari dopo il via libera preliminare del Cdm). Quest’ultimo prevede che le commissioni interbancarie per le operazioni tramite carta di debito a uso dei consumatori non potranno essere superiori allo 0,2 del valore dell’operazione, mentre quelle effettuate tramite carta di credito allo 0,3.

Soddisfatto il rappresentante di Forza Italia che ha ribadito la convinzione che la sanzione sia “inutilmente punitiva”. Squeri ha accolto l’attenzione del governo al tema anche rispetto ad alcune categorie particolari, come i tabaccai e ai benzinai “su cui bisogna intervenire affinché non paghino commissioni sulle tasse che riscuotono per conto dello Stato”. Da qui la richiesta di un intervento forte dall’esecutivo.

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