Diana Bracco (presidente Expo 2015 spa) indagata per appropriazione indebita. Sequestrato oltre un milione di euro

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Diana_Bracco Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del gruppo Bracco (multinazionale attiva nel settore chimico e farmaceutico) e numero uno di Expo 2015 spa, commissario generale del padiglione Italia all’Esposizione e vicepresidente di Confindustria, è indagata dalla procura di Milano con le ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti e appropriazione indebita. A renderlo noto la stessa procura che in una nota specifica come alla Bracco, e ad altre quattro persone, sia stato notificato l’avviso di chiusura indagine. Gli inquirenti ricordano inoltre che il 5 marzo scorso il giudice per le indagini preliminari di Milano ha disposto nei confronti della industriale il sequestro preventivo di 1 milione e 42.114,70 euro, “corrispondente all’importo totale dell’imposta complessivamente evasa, per effetto dell’utilizzo delle predette fatture”. Il periodo di imposta riguarda gli anni dal 2008 al 2013 e, in estrema sintesi, l’accusa ipotizza, in riferimento alla presunta appropriazione indebita, che la presidente abbia scaricato spese personali sui bilanci della società. Secondo il legale della Bracco, si tratterebbe di “contestazioni riguardanti l’inerenza all’attività di impresa di fatture, situazione non rilevante sotto il profilo penale, già definita con l’agenzia delle entrate con il ravvedimento operoso”.

 

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