Piano Juncker, al Senato parla il ministro Padoan

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan

Il criterio utilizzato dall’esecutivo per selezionare i progetti che saranno finanziati con il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), il cosiddetto Piano Juncker, sarà quello di far rientrare nel perimetro di quelli sostenibili i finanziamenti ritenuti a rischio da soggetti privati. Lo ha annunciato oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in audizione presso la commissione Politiche Ue di palazzo Madama per illustrare le politiche messe in atto in ambito comunitario in materia economica. Il parametro per la selezione dei progetti, ha chiarito Padoan, non sarà geografico ma economico. Molti piani – ha dichiarato il titolare del Mef – non si fanno perché ritenuti troppo rischiosi o poco remunerativi dai privati. Il Feis dovrebbe quindi intervenire in questo senso, “accollandosi” il costo del rischio in eccesso e rendendo l’investimento più appetibile dal punto di vista economico. Dopo aver ricordato il contributo di 8 miliardi di euro da parte di Cassa depositi e prestiti, Padoan ha poi sottolineato che il processo di messa in avvio del Piano Juncker richiederà ancora qualche mese e spiegato come a suo avviso sarebbe preferibile aumentarne la velocità di attuazione e l’ammontare dei fondi disponibili. Passando dai 315 miliardi attualmente previsti a circa il doppio, ha sostenuto Padoan, si potrebbe ricollocare l’economia europea al livello di crescita precedente alla crisi. Quanto al piano di acquisto di titoli di Stato messo in atto dalla Bce, secondo il titolare del Mef si tratta di uno strumento “estremamente efficace” ma come da sola la politica monetaria non basti. Serve – ha spiegato – uno stimolo importante su investimenti e riforme strutturali. A questo proposito, il titolare del Mef ha voluto ricordare come al nostro Paese sia stato riconosciuto dalle istituzioni comunitarie un particolare sforzo in un momento congiunturale difficile.